http://www.pupia.tv - Napoli - Dopo l’annuncio del rinvio al prossimo anno del Ddl “cattiva scuola” fatto da Renzi a “Porta a porta” il 16 giugno, il governo ha cambiato rotta a 180 gradi ed appare disposto addirittura a giocarsi le sorti della legislatura sull’odioso e distruttivo, per chiunque abbia a cuore le sorti della scuola pubblica, disegno di legge.
“Martedì 23 il governo, in Commissione cultura, ha proposto alcuni emendamenti del tutto ininfluenti sull’inaccettabile impianto generale della ‘cattiva scuola’ e, contemporaneamente, il ritiro degli emendamenti da parte delle opposizioni. E visto che tale ritiro non ci sarà, probabilmente non ci sarà alcun voto in Commissione e il governo trasferirà direttamente il Ddl in Aula, imponendo il voto di "fiducia". Sembrava che, almeno in extremis, la grandiosa mobilitazione del popolo della scuola pubblica e i clamorosi e ripetuti tracolli elettorali del Pd avessero riportato alla ragione il governo”. È quanto riferiscono in una nota Cobas Trieste.
“E invece - continua la nota - , malgrado la totale opposizione dei protagonisti dell’istruzione, gli scioperi plebiscitari, gli schiaffoni elettorali e i drastici cali di consenso - 9 punti in meno rispetto alle elezioni europee, e 4 punti solo nell’ultimo mese -, Renzi si gioca le sorti del suo governo sul ddl, mettendo in conto l’ostilità totale e duratura del popolo della scuola pubblica (che, come si è potuto verificare nelle ultime settimane, sposta milioni di voti) e ricattando le opposizioni interne con la minaccia dello scioglimento delle Camere nel caso di bocciatura della ‘fiducia’”’.
“Comunque – concludono – il ricatto renziano ‘o Ddl o niente assunzioni’ non ha funzionato. Il movimento ha rafforzato ulteriormente la protesta ed è in piazza senza soste, riaffermando che per i docenti è intollerabile perdere la libertà di insegnamento ed essere giudicati, assunti e licenziati da un preside-padrone che distribuirebbe premi o punizioni in base alla subordinazione ai suoi voleri; mentre l’assunzione stabile dei precari non è una graziosa concessione del governo ma un dovere assoluto verso docenti ed Ata precari che lavorano nella scuola da lungo tempo e che ogni anno vengono assunti e licenziati. Ad essi/e va resa giustizia sulla base della sentenza della Corte europea che ne ha richiesto la stabilizzazione dopo 36 mesi di lavoro; e dunque è inderogabile un decreto che non solo confermi la stabilizzazione dei centomila annunciati ma anche un piano di assunzione stabile di tutti gli altri docenti ed Ata che hanno i requisiti citati dalla Corte di giustizia”.
(24.05.15)