Si è aperto questo martedì a Teheran il processo al corrispondente del Washington Post, Jason Rezaian, accusato di spionaggio. Rezaian, 39 anni, è da 10 mesi nella prigione di Evin, dove sono detenuti i prigionieri politici. È accusato anche di “collaborazione con governi ostili, raccolta di informazioni classificate e di propaganda contro la Repubblica islamica”. Il Washington Post sostiene che le accuse non sono supportate da alcuna prova.
“Il nostro obiettivo è quello di provare con ogni mezzo a ottenere la libertà di Jason – dice Douglas Jehl, responsabile della redazione esteri del quotidiano – Stiamo lavorando con chiunque possa aiutarci: governi, emissari privati e altri canali nella speranza che in Iran arrivi il messaggio che è ridicolo detenere un giornalista nel modo in cui stanno facendo da 300 giorni con Jason”.
Alcuni osservatori iraniani a Washington vedono nel caso Rezaian il segno di una lotta di potere tra le varie fazioni presenti a Teheran, fra questi c‘è Reza M