Potremmo cominciare dicendovi che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, nel 2014 il numero di disoccupati nel mondo superava i 200 milioni.
Ma, nel suo rapporto globale sulle prospettive sociali dell’impiego l’agenzia delle Nazioni Unite si focalizza su un altro tema: la progressiva precarizzazione dell’impiego. Contratti a tempo determinato, part-time, lavoro autonomo, in nero o informale (ad esempio, chi lavoro in famiglia).
“Dobbiamo – noi come anche i governi, che in effetti lo stanno facendo – guardare alle situazioni affrontate dai lavoratori part-time, da quelli a contratto, da quelli a progetto”, ha dichiarato il Direttore generale Guy Ryder. “E legiferare per migliorare le loro condizioni in base a quella che è la nozione della parità di trattamento”, ha aggiunto.
In un mondo in cui le forme non tradizionali di impiego aumentano, alimentando ineguaglianza e povertà, è opportuno ripensare i meccanismi di protezione sociale in un’ottica di inclusione.
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