http://www.pupia.tv - Napoli - “Dalla stessa parte per un’unica causa: la tua salute”. Questo lo slogan scelto dall’Ordine dei Medici di Napoli per una campagna informativa senza precedenti. L’Ordine ha deciso infatti di rivolgersi direttamente ai cittadini/pazienti allo scopo di “rinsaldare un rapporto per certi versi minato dai tanti disagi legati alla sofferta spending review sanitaria degli ultimi anni”.
A partire da martedì, in città e in provincia, nei pressi dei maggiori ospedali, saranno affissi manifesti di 6 metri per 3, con i quali si lancia un messaggio semplice ma fondamentale: “Siamo dalla stessa parte, con il solo intento di assistere e curare. Il sovraffollamento delle strutture, la carenza di personale e più in generale tutte le carenze che ben conosciamo – spiega il presidente Silvestro Scotti – hanno in qualche modo creato un solco tra medici e pazienti. Una distanza che non fa bene né agli uni né agli altri”.
Una distanza che qualcuno ha anche cercato, e tutt’ora cerca, di strumentalizzare. Oltre al messaggio contenuto nei manifesti, non a caso si è scelto di utilizzare un’immagine che rispecchi la “dimensione umana” della medicina. “Questo – aggiunge Scotti – non per propaganda, ma per spiegare che quel rapporto è il bene più prezioso per il corretto funzionamento dell’intero sistema sanitario. Qualcuno –continua il presidente - potrà eccepire che l’immagine scelta non rispecchia la realtà delle emergenze, dove invece valgono solo regole e codici apparentemente freddi e distaccati. Non è così. In tutti i pronto soccorso, i medici devono forzosamente assegnare delle priorità; lo fanno nell’interesse del paziente. Questo non significa che non prestino a ciascun caso la dovuta attenzione”.
Il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli sottolinea anche che “è nell’interesse dei medici perseguire con ogni strumento a nostra disposizione eventuali comportamenti omissivi o non etici. Per questo siamo, e saremo, sempre vigili”.
“Tuttavia – si legge nella nota - non pare corretta la promozione di azioni di rivalsa da parte di alcune associazioni di consumatori, non fosse peraltro che la salute non è un bene di consumo. E bisogna stare molto attenti a non farla passare come tale, altrimenti un domani ci si potrebbe trovare dover ‘comprare’ le cure’”. (13.04.15)