Intervista al prof. Antonio Pinto, Direttore della Struttura Complessa di Ematologia Oncologica presso l’Istituto Nazionale Tumori, Fondazione Pascale di Napoli.
Attualmente solo il 25-30% delle persone affette da morbo di Hodgkin non risponde alle cure standard, di questi il 50% ricorre con successo al trapianto autologo, mentre per il restante 50% non esiste un trattamento consolidato. La disponibilità recente di una serie di nuovi farmaci, però, potrebbe migliorare la vita di questo gruppo di pazienti:
“Tra i nuovi trattamenti –spiega il prof. Pinto- ce n’è uno particolarmente innovativo, il brentuximab vedotin: si tratta di un anticorpo, coniugato ad una tossina, che riconosce un antigene espresso dalle cellule tumorali del linfoma. Quando viene inoculato l’anticorpo raggiunge le cellule neoplastiche, viene da esse internalizzato e solo a questo punto libera la tossina che uccide la cellula ospite. Il trattamento ha dato risultati clinici spettacolari: oltre l’80% dei pazienti che avevano fallito un trapianto autologo ottengono infatti una risposta terapeutica obiettiva. Una serie di studi stanno quindi testando l’uso del farmaco, che ha una tossicità ridotta e un’azione clinica efficacissima, nelle fasi precoci della malattia, addirittura combinandolo con la terapia di prima linea”.
http://salutedomani.com/article/linfoma_di_hodgkin_la_terapia_con_brentuximab_vedotin_fa_la_differenza_18271