A una settimana dall'incidente aere si cerca ancora la scatola nera. In Germania si parla di "undici settembre tedesco"

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Come un undici settembre per i tedeschi: la stampa nazionale sovraccarica quello che è comunque un sentimento comune, uno shock diffuso. Un disastro aereo è un conto, ma l’ipotesi di un pilota – o co-pilota, come era Andreas Lubitz sull’Airbus A320 della GermanWings – che porta deliberatamente il suo aereo carico di passeggeri a schiantarsi contro una montagna suscita ben altri interrogativi.

Gli editoriali e le analisi sul profilo psicologico non solo del pilota ma anche dell’intera Nazione fioccano, come questo su Die Welt, dove è una firma autorevole a parlare dell’11 settembre tedesco, dell’educazione e dell’assenza di ragioni economiche o di marginalità che possano portare a comprendere. Tesi che fanno pensare che a schiantarsi non sia stato un aereo, ma una società intera.

In Francia, tenute a distanza dai media e a volte anche all’oscuro, ci sono le famiglie delle vittime, che attendono certezze, a partire dalle identificazioni di resti dei loro cari. Ci vorrà molto:

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