Il corpo di polizia di Tunisi ha reso omaggio all’agente ucciso mercoledì durante l’attacco jihadista al museo del Bardo.
Il feretro, ricoperto dalla bandiera nazionale, è stato trasportato al quartier generale delle forze dell’ordine, dove si è svolta la cerimonia funebre, alla presenza del ministro dell’interno.
All’indomani della strage, la Tunisia è ancora sotto choc per un’azione che, per la prima volta dopo la rivoluzione del gennaio 2011, prende di mira dei cittadini stranieri.
Tra i sopravvissuti all’attacco, ora sotto osservazione in ospedale, alcuni hanno visto famigliari e conoscenti morire davanti ai loro occhi.
“Ho visto un terrorista sbucare dal corridoio, è entrato sparando – racconta Marylin, che si dice viva per miracolo – chi mi stava davanti mi ha protetto e purtroppo è morto. Io sono sana e salva mentre la persona che era davanti a me si è presa un proiettile in testa”.
L’uomo che parla a uno dei medici si trovava nel museo insieme alla moglie e al figlio