La giustizia egiziana ha condannato a morte 22 tra dirigenti e importanti esponenti dei Fratelli musulmani, tra i quali Mohammed Badie, guida suprema del movimento. Secondo un tribunale del sud del Cairo sono colpevoli di aver costituito una cellula terroristica con lo scopo di colpire le forze di sicurezza e le istituzioni dello Stato.
Il caso è stato rimandato dalla Corte di Giza al Gran mufti d’Egitto, che dovrà approvare la sentenza. L’invio all’autorità religiosa è un passo dovuto quando si chiede di applicare la pena capitale. La sua decisione non è, tuttavia, legalmente vincolante.
Dopo la deposizione il 3 luglio del 2013 del presidente Mohammed Morsi, sostenuto dai Fratelli Musulmani, è partita una repressione nei confronti del movimento islamista che nel settembre dello stesso anno è stato dichiarato illegale in Egitto. Decine di membri sono stati condannati alla pena capitale. Fino a ora ha avuto luogo una sola esecuzione.