Alexei Navalni ha lasciato il carcere, dopo quindici giorni di detenzione: il blogger, condannato a tre anni e mezzo ma con pena sospesa, è una delle figure più mediatiche dell’opposizione anti-Putin. Era atteso da un gruppo di giornalisti, ai quali ha rilasciato solo una breve dichiarazione. Breve, ma combattiva: l’uccisione di Boris Nemtsov, dice, non scoraggerà l’opposizione anti-Putin:
“La nostra azione non cambierà: non ridurremo i nostri sforzi, non cambieremo nulla, e in questo senso l’atto terroristico che è stato compiuto non otterrà lo scopo. Sono certo che non spaventerà nessuno. Non ha spaventato me e non ha spaventato i miei amici”.
Il fratello di Navalni, Oleg, anch’egli condannato a tre anni e mezzo, non aveva ottenuto la sospensione della pena: è in carcere, ed è stato ora trasferito a 400 km da Mosca. L’inchiesta sull’assassinio di Nemtsov intanto avanza, grazie anche alle immagini fornite dalle mini-telecamere installate sui cruscotti di molte auto moscov