Damasco contro Ankara sullo spostamento delle spoglie di Suleyman

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Ankara ai ferri corti con Damasco, dopo l’operazione effettuata nella notte tra sabato e domenica per spostare i resti di Suleyman Shah e i soldati che li proteggevano da un’area della Siria controllata dal sedicente Stato islamico.

Per Bashar al Assad “una chiara aggressione”. Inaccettabile anche per il governo iraniano.

Ma la Turchia, in base a un trattato del 1921, considera il luogo dove sorgeva il mausoleo, che è stato fatto esplodere, propria enclave all’interno del territorio siriano.

“Nessuno – ha detto il primo ministro turco Ahmet Davutoglu – dovrebbe dubitare della determinazione della Turchia. Sia ben chiaro: dovunque ci sia anche una singola pietra che rappresenti il nostro patrimonio storico, è nostro dovere proteggerla”.

Non è la prima volta che le spoglie del nonno del fondatore dell’impero ottomano cambiano luogo. Nel 1973 furono portate sulle rive dell’Eufrate, dove si trovava fino al blitz dell’altra notte, spostandole di circa 80 chilometri dall’invaso, den

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