All’indomani dell’intesa raggiunta a Bruxelles, buona parte dei greci esprime sollievo per quella che giornali e tv definiscono una “boccata d’ossigeno”.
Gli scenari peggiori – dal tracollo delle banche a un’uscita obbligata dall’euro – per il momento si sono allontanati. Ma restano molti interrogativi sulle misure che dovrà prendere il governo.
“E’ così che si ottiene un accordo, negoziando e facendo compromessi – dice Antonis Fiamendos, dipendente pubblico – ciò che conta è tornare al lavoro: le cose non possono che migliorare”.
L’esecutivo Tsipras ha lottato per poter fare le proprie scelte in materia di conti, senza ereditare quelle del governo Samaras. Una battaglia di retroguardia – secondo alcuni – rispetto alle promesse pre-elettorali.
“Non è cambiato niente – accusa Paradissanos Rigas, pensionato – ci lanceranno qualche osso da rosicchiare e diranno che è tutto a posto. Syriza ricorderà che si è battuta, mentre l’opposizione dirà che non è vero. E per noi, sarà tutto c