Rifugiati: oltre 3 milioni i Siriani. Sono i più numerosi delle liste UNHCR

Views 9

La guerra imperversa, la gente fugge, e mentre il Libano corre ai ripari imponendo una stretta alle frontiere, la Siria saluta questo inizio anno con un triste primato.

Spodestando gli afghani, che lo detenevano da tempo, “i siriani sono ormai i rifugiati più numerosi al mondo, fra quelli assistiti dall’Agenzia Onu UNHCR” http://data.unhcr.org/syrianrefugees/regional.php. Tre milioni a metà 2014, che oggi sarebbero già intorno a quattro.

Where do the world’s refugees come from? Explore new 2014 data released today http://t.co/HKMjMzfBgW pic.twitter.com/JHToY2OQ1W— UN Refugee Agency (@Refugees) 7 Gennaio 2015


Con cinque milioni, i rifugiati palestinesi restano i più numerosi ma vengono assistiti da un’altra agenzia ONU. Per quelli siriani, numeri e dinamiche delineano una vera diaspora.

Se i paesi verso cui si dirigono sono un centinaio, le destinazioni principali restano quelli limitrofi alla Siria: Turchia, Iraq, Giordania, ma soprattutto il Libano, che da solo ne accoglie oltre un milione: un numero che equivale ormai ad oltre un quarto della popolazione.

Who is hosting the world’s refugees? Explore 2014's latest data http://t.co/eKatbZdKA8 pic.twitter.com/ty3m38tq5s— UN Refugee Agency (@Refugees) 7 Gennaio 2015


Infrastrutture al collasso, e alterazione degli equilibri religiosi dovuti all’imponente arrivo di musulmani sunniti hanno alimentato in Libano le tensioni interne e l’esasperazione di molti. Dopo ripetuti appelli alla comunità internazionale, le autorità libanesi hanno introdotto, proprio negli scorsi giorni, l’obbligatorietà del visto per i cittadini siriani.

Un gesto disperato che l’ONU ha ripreso e trasformato in SOS per bocca dell’Alto Commissario Onu per i Rifugiati, Antonio Gutierres: “Queste misure – ha detto – dovrebbero indurre la comunità internazionale ad aumentare in modo significativo il sostegno ai paesi d’accoglienza – al Libano in questo caso – per aiutarli a far fronte a questo problema”.

Le autorità libanesi hanno poi gettato acqua sul fuoco, sostenendo che non procederanno a espulsioni e continueranno a fare “eccezioni per ragioni umanitarie”. Resta però il fatto che le sei categorie di visti introdotte impongono una serie di restrizioni come, nel caso di quello per lavoro, la promessa d’assunzione di un datore locale.

“Alcuni ci riusciranno, ma per molti altri sarà impossibile – dice un cittadino siriano -. L’impatto su numerosi siriani sarà considerevole. Molti perderanno forse il lavoro, altri – che già non hanno di che mangiare – non potranno permettersi di pagare il visto”.

L’inverno alle porte allarma anche chi ha già trovato accoglienza. Per gli altri, il timore è invece che l’iniziativa libanese venga replicata in altri paesi limitrofi. Uno scenario che rischierebbe di gonfiare le casse dei mercanti di uomini e alimentare il circuito dell’emigrazione clandestina.

Share This Video


Download

  
Report form