Non tira una buona aria a Mosca con il rublo in caduta libera. La divisa russa cede oltre il 6%, sfiorando quota 60 sul dollaro. Alla discesa del rublo è seguita quella del prezzo del petrolio, un danno enorme per l’economia russa le cui riserve valutarie dipendono perlopiù dalla materia prima. Il rublo ha perso il 40% del suo valore l’anno scorso e i consumatori corrono ai ripari.
“Preferisco avere i soldi in tre valute diverse in base a quando e dove dovrò spenderli: rublo, euro e dollaro’‘, dice Yevgenia Roschyk, una residente di Mosca. ‘‘Preferiscono tenerli in banche diverse, in modo tale che se una di queste dovesse avere dei problemi, le conseguenze non sarebbero tanto gravi’‘.
Tre anni di mercati in difficoltà non hanno frenato il giro d’affari sui beni di lusso. Un settore che fa eccezione con una crescita costante e superiore al 5% all’anno. Vendite esplose per le automobili, appetibili con valuta estera.
“Tutte le automobili con i prezzi originali in rublo sono andate via in due settimane. Non ne abbiamo più da vendere con il costo nella divisa russa. I nostri fornitori sono stati lenti nel fornirci nuove vetture data la difficoltà di etichettarle con il prezzo al nuovo tasso di cambio”, spiega Sergey Mordovn, direttore delle vendite del negozio Lamborghini di Mosca.
La normalità è un’altra. Il calo delle quotazioni del petrolio e le sanzioni imposte dall’Occidente si sono fatte sentire. La Russia è in una grave recessione, lo spettro che aleggia è quello del default del 1998.