Tre morti da arma da fuoco all’ora, o più di settanta al giorno: un dato che include l’autodifesa, le sparatorie criminali, ma anche suicidi e incidenti. Il fatto è che negli Stati Uniti le armi sono estremamente diffuse.
Il commercio è fiorente, ancor più da quando, dopo l’ennesimo massacro in una scuola, Barack Obama aveva avviato qualche tentativo di limitarlo.
E anche per questo settore Natale è sempre Natale:
“Di solito a partire dall’inizio di novembre e fino alla fine di gennaio abbiamo una stagione di vendite piuttosto alte. Noi raccomandiamo spesso ai clienti di comperare buoni regalo, così poi il destinatario viene qui e prende quello che vuole”.
Il problema è che non si vendono solo fucili da caccia o armi eufemisticamente definite “da autodifesa”, ma anche fucili d’assalto, fucili mitragliatori, e il mercato si è aperto da tempo anche a donne e bambini.
“Nel 2012 – dice il direttore di un’associazione che lotta contro la vendita libera di armi d’assalto – le armi hanno ucciso più di 33.000 persone, una cifra impressionante. E uno dei problemi è che anche i massacri nelle scuole, che scuotono la nazione, non portano ad alcun cambiamento, e finiscono per alzare la soglia di ciò che ci sciocca come Paese”.
La parte più mediatizzata del problema è quella che riguarda i massacri nelle scuole, tipicamente commessi da giovanissimi. I sostenitori del secondo emendamento dicono che sia bene insegnare a sparare anche ai bambini, per evitare l’uso improprio. Ma, massacri a parte, l’85% dei suicidi per arma da fuoco di minori avviene con l’arma di un familiare.