Nulla di fatto anche al secondo turno. Nessun candidato alla presidenza della Grecia ha raggiunto in Parlamento i 200 voti necessari.
La terza votazione, attesa il 29 dicembre, sarà l’ultima chance per evitare lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate a febbraio. La prossima volta la soglia prevede venti preferenze in meno, ovvero 180.
In questa tornata Antonis Samaras è riuscito a radunare intorno al suo candidato, Stavros Dimas, 168 voti. Per convincere la ventina di deputati indipendenti pro-Europa, il premier ha promesso loro qualche sedia nell’esecutivo.
La prospettiva che la Grecia tenga le legislative in anticipo preoccupa i mercati. Il primo partito resta la sinistra anti-Troika di Alexis Tsipras, Syriza, che ha intenzione di rinegoziare le condizioni del prestito estero.