Dopo il collasso di martedì, che ha portato la borsa di Atene ad accusare il maggior calo dal 1987, la tensione resta alta sui titoli di Stato della Grecia. Il rendimento dei bond a scadenza triennale ha toccato il 9,7%, superando quello del decennale, a quota 8,2 per cento.
Un segnale che l’incertezza politica è considerata un rischio soprattutto nel breve termine.
“I gestori di fondi pensavano che il governo restasse in carica almeno per un altro anno e mezzo – afferma Alex Kyriakides, trader – ma la possibilità di elezioni anticipate li ha colti di sorpresa, portandoli a vendere. A pagare è soprattutto il settore bancario perché agli investitori non piace l’idea dell’opposizione di un controllo dello Stato sulle banche”.
La Grecia ha chiesto ufficialmente un’estensione di due mesi del programma di salvataggio. Ma, secondo un sondaggio realizzato negli ultimi due giorni, se oggi i greci andassero al voto, vincerebbe l’estrema sinistra di Syriza: il partito che spinge per una marcia indietro sull’austerità e per negoziare una ristrutturazione del debito.
“I greci vedono che l’accesso alla liquidità si sta esaurendo – afferma la corrispondente di euronews da Atene, Symela Touchtidou – ancora non è chiaro quando ci sarà un accordo con la troika per lo sblocco della tranche finale di aiuti, ma gli investitori internazionali stanno già voltando le spalle alla Grecia”.