Quattro giorni magici. Dal 5 all’8 dicembre Lione ha accolto migliaia di visitatori da tutto il mondo per la sua Festa delle Luci.
Una settantina le installazioni che hanno animato le vie, i palazzi e i parchi della città dei fratelli Lumière.
Notevole la ricaduta economica dell’evento, con gli alberghi che hanno registrato molto tempo prima il tutto esaurito e i commercianti che hanno visto quadruplicare i loro incassi.
Come ogni anno la centralissima Place des Terreaux ha regalato una delle installazioni più suggestive.
Nella “Lyon terre aux lumière”, alcuni quadri del Museo delle Belle Arti si riflettono sulle facciate degli edifici. All’improvviso una ballerina ece da una tela di Degas e dà il via ad un vortice di balli e musica.
La festa, giunta alla sua sedicesima edizione e legata alle celebrazioni per l’Immacolata, affonda le sue radici nel XIX secolo. L’8 dicembre del 1852 i lionesi misero delle candele davanti alle finestre per ringraziare la Madonna per la fine delle grandi piogge, che avevano ingrossato i fiumi e messo in pericolo la città.
La Fête des Lumières, nella sua evoluzione moderna, regala oggi uno spettacolo unico al mondo. Imperdibile il viaggio intergalattico in Place Antonin Poncet o il “Giardino d’Inverno” nel Parco della Tête d’Or.
In Place Bellecour, una delle piazze più grandi d’Europa, la Lione delle luci ha reso omaggio ad uno dei suoi cittadini più illustri: Antoine de Saint-Exupéry, a settant’anni dalla sua scomparsa.
L’autore del Piccolo Principe viene rappresentato dal “petit Tonio”, un bimbo che guida una bicicletta alata e che porta quello che era il nomignolo in famiglia dello scrittore.