Il ritorno dei turisti all’ombra delle piramidi è una boccata d’ossigeno per l’economia egiziana dopo quasi 4 anni di turbolenza politica. Gli arrivi tra luglio e settembre sono cresciuti di un incoraggiante 70% rispetto al terzo trimestre del 2013. Solo a settembre, in confronto allo scorso anno, sono quasi triplicati. Merito delle accresciute misure di sicurezza seguite al consolidamento del potere da parte del presidente Abdel Fatah al-Sisi.
“Il nostro Paese, l’Egitto, è bello e vengono persone da tutto il mondo”, commenta Mohamed, marinaio sul Nilo. “Gli stranieri si sentono al sicuro e lasciano bagagli e denaro qui da noi quando visitano i siti e quando tornano ritrovano tutto”. “L’intero Paese si era arrestato – aggiunge Rashad, costruttore di barche, riferendosi al passato – il turismo si era fermato e anche le persone che volevano fare una crociera sul Nilo rinunciavano”.
Soprattutto al Cairo, teatro delle proteste che hanno portato alla caduta di Hosni Mubarak e degli scontri seguiti alla deposizione del successore Morsi, gli hotel hanno ricominciato a ripopolarsi. Da un tasso di occupazione negli hotel del 10-20% siamo passati quasi al 50%, spiega il ministero dell’Economia. Il governo spera in un ritorno ai numeri pre-2011 l’anno prossimo. Rimane la minaccia dei terroristi islamici nel nord della penisola del Sinai, ma la maggioranza dei Paesi europei danno ora luce verde ai viaggi.