Ucraina e Russia si sono scambiate nuove accuse sulla violazione del cessate il fuoco, mentre la situazione rischia di precipitare verso un conflitto su vasta scala, come ha avvertito l’Onu.
Incontrando gli osservatori dell’Osce, che verificano il rispetto della tregua concordata il 5 settembre, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha puntato il dito contro Mosca. L’Osce ha constatato l’ingresso di soldati senza segni distintivi dal confine con la Russia.
Petro Poroshenko: “Il confine ucraino-russo, che è monitorato dall’indipendente Osce, viene ripetutamente attraversato dalle forze regolari russe.Gli ultimi giorni hanno chiaramente dimostrato che i droni usati dalla missione Osce sono stati bombardati dai ribelli da un territorio che non si trova sotto il controllo dei soldati ucraini”.
Mosca continua a negare: dopo che la Nato ha affermato chiaramente che convogli militari russi sono entrati nell’est dell’Ucraina, il portavoce del ministero degli Esteri russo ha risposto che sono i soldati ucraini a violare il protocollo di Minsk. Alexander Lukashevich: “Francamente e ufficialmente affermo che non ci sono forze militari e movimenti di soldati attraverso la frontiera. Inoltre, nell’est dell’Ucraina non sono presenti nostri militari. Non ci sono mai stati e non ci sono”.
Giovedì l’esercito ucraino ha comunicato di aver perso altri quattro soldati, sono oltre 100 le vittime militari dall’inizio della tregua. Quest’ultima è stata violata più di 2400 volte dagli insorti secondo l’Osce, e le violazioni sono aumentate dal 2 novembre, giorno delle elezioni nelle regioni controllate dai separatisti.
Mercoledì Kiev ha affermato di prepararsi a combattere di fronte a eventuali azioni imprevedibili dei ribelli.