Gerusalemme: scontri sulla spianata delle moschee

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Mercoledì mattina a Gerusalemme si è accesa la tensione sulla spianata del moschee. È il terzo luogo più sacro al mondo per i musulmani. Tutto è cominciato quando un gruppo di attivisti ebrei è voluto entrare nel luogo santo per pregare per la salute del rabbino Yehuda Glick, gravemente ferito in un attentato palestinese la settimana scorsa. Agli ebrei non è permesso. Si è scatenata la bagarre e alcune persone sono state ferite. Le forze armate israeliane hanno chiuso l’accesso al sito riaprendolo poi in tarda mattinata.

Il luogo è sotto autorità giordana ed Amman, in segno di protesta, ha richiamato il proprio ambasciatore in patria. Un ginepraio di tradizioni che rende la situazione complicata. Un portavoce del presidente palestinese Abba ha criticato Israele, affermando che una cosa del genere non accadeva dal 1967. In realtà altre provocazioni si sono ripetute negli anni. La più nota quando l’ex premier israeliano Ariel Sharon calpestò il suolo della spianata dando di fatto luogo alla seconda intifada nel 2000.

Gli ebrei possono accedere alla spianata come visitatori, ma non possono pregare, ecco perché permettere a un gruppo di attivisti di farlo per la guarigione del rabbino che lotta fra la vita e la morte è stato considerato un intollerabile affronto dai musulmani.

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