Le radiografie sono pronte e presto il “medico”, la Banca centrale europea, rivelerà chi sono i pazienti sani e chi sono quelli malati.
A mezzogiorno di domenica, a Francorte, Mario Draghi e colleghi renderanno noti i risultati degli stress test. Quell’esame dei bilanci, cioè, volto a capire se i conti delle banche siano abbastanza solidi da resistere, ipoteticamente, a un’altra crisi economica.
“Questi stress test saranno davvero molto stressanti. A finire sotto i riflettori saranno un considerevole numero di banche, le quali dovranno risolvere una serie di problemi”, commenta Jan Lambregts di Rabobank. “Questo dovrebbe ridare slancio alla fiducia”, conclude.
I “bocciati” avranno fino al 10 novembre per presentare piani di correzione e nove mesi per rastrellare capitali. A controllare ci sarà la Bce, nel suo nuovo ruolo di supervisore unico.
“I mercati più toccati, almeno nel breve termine, sono con tutta probabilità Italia, Spagna, probabilmente Portogallo e Austria”, afferma David Ereira dello studio legale londinese Linklaters. “Cosa curiosa – aggiunge – ci potrebbero essere anche delle banche tedesche”.
La macchina delle indiscrezioni è già partita: secondo l’agenzia Efe le banche italiane a rischio sarebbero BPM, il Banco popolare e Montepaschi. Bloomberg aggiunge all’elenco anche Carige.
La revisione dei bilanci ha già avuto un effetto benefico, quello di spingere le banche a riempire le “falle”. Sotto esame c‘è anche la stessa Bce, che sull’esercizio sta scommettendo la sua reputazione.