Di oggi è la notizia dell’arresto di 6 amministratori del gruppo Green Holding SPA con l’accusa di peculato per essersi appropriati di 30 milioni di euro accantonati per il risanamento (il cosiddetto "post mortem") di una metà della discarica di Latina gestita da INDECO, società controllata appunto dalla Green Holding SPA.

L’altra metà della discarica pontina è gestita da Ecoambiente, creatura del magnate dell’immondizia Manlio Cerroni, arrestato il gennaio scorso insieme all’amministratore delegato. Due società, otto arresti.

Con questo intervento intendo sollecitare la risposta all’atto di sindacato ispettivo n° 4-00909, depositato il 25 settembre 2013 ((Qui il link: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc...) incentrata proprio su INDECO, sulla sua dubbia gestione della discarica, sulla sua corresponsabilità dell’inquinamento della falda acquifera, per il depotenziamento della rete di pozzi posti a controllo dell’area. Si manifestava inoltre fondata preoccupazione per l’inclusione della discarica di Latina nella procedura di infrazione già aperta per la discarica di Malagrotta a causa della barbara pratica condotta da INDECO del conferimento in discarica del “tal quale”, cioè immondizia indifferenziata e non trattata, in contrasto con leggi regionali, nazionali e comunitarie. Proprio ierila Corte Europea ha dichiarato l'Italia inadempiente anche per le due discariche di Latina, INDECO ed ECOAMBIENTE, ubicate a Borgo Montello, per l’interramento di rifiuti triturati e la mancata stabilizzazione della frazione organica, mettendo a repentaglio ambiente e salute umana.

In conclusione, iniziare a dare risposte credo che sia un atto dovuto nei confronti di quei cittadini che, oltre che presi in giro da politici e imprenditori, sono le persone che materialmente vivono a contatto con acqua, terreni e aria inquinati.

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