A Madrid sono tredici le persone in isolamento all’ospedale Carlo III perché potrebbero aver contratto il virus dell’Ebola. Nello stesso nosocomio c‘è Teresa Romero, l’infermiera infettatasi mentre curava il missionario morto lo scorso 25 settembre. Le condizioni della donna restano gravi, seppur in lieve miglioramento. I medici le somministreranno il siero sperimentale Zmapp.
Il governo spagnolo intanto ha creato un comitato scientifico, presieduto dalla vicepremier Soraya Sáenz de Santamaría, per far fronte all’emergenza. Un provvedimento che di fatto esautora il ministro della Salute Ana Mato che in conferenza stampa ha detto: “La donna sta ricevendo i trattamenti sanitari raccomandati dai suoi dottori. Sono in grado di offrirle tutti i trattamenti. Ma posso soltanto dirvi quello che seppiamo dai media. Non abbiamo altre informazioni. Sappiamo che mostra segnali di miglioramento ma il suo stato di salute rimane uguale a prima quindi è ancora grave”.
Dichiarazione (quella di non avere informazioni se non quelle fornite dai media) che ha destato qualche perplessità. Contro l’esecutivo di Rajoy ha manifestato il personale sanitario. Il governo insiste nel sostenere che il contagio è avvenuto per un errore della donna che si sarebbe toccata il viso con un guanto infetto. Contro l’auto del primo ministro sono stati lanciati guanti medicali monouso.