http://www.pupia.tv - Marco D’Amore, il “Ciro l’Immortale” della serie Gomorra, è stato ospite, il 2 ottobre, all’Università di Salerno, nell’ambito del ciclo di appuntamenti di Davimedia. Agli studenti ha raccontato gioie e dolori della sua vita artistica, non nascondendo il desiderio di riprendere un giorno gli studi universitari interrotti quando fu ingaggiato dalla compagnia di Toni Servillo. Non solo Gomorra però: Marco è nelle sale, in questi giorni, con il film “Perez”, accanto a Luca Zingaretti. Un’opera, diretta da Edoardo De Angelis, tra le protagoniste dell'ultima Mostra del Cinema di Venezia. Ai nostri microfoni D’Amore torna sulle polemiche che ruotano attorno alla serie Gomorra e all’immagine negativa che avrebbe dato di Napoli: “E’ accettata in 72 paesi come una eccellenza italiana. Eccellenza frutto del lavoro di 200 attori campani. Quindi, i nostri amministratori dovrebbero ringraziarci e pensare ad agevolare gli artisti che vogliono lavorare a Napoli e che invece sono costretti ad andare via. Gomorra non parla male di Napoli ma delle associazioni criminali che sono un cancro esteso in tutto il mondo. E’ un prodotto artistico che non può cambiare il mondo, a quello ci devono pensare gli amministratori pubblici. Noi siamo attori, ci caliamo nei panni di personaggi, raccontiamo storie per far riflettere ed emozionare. E Gomorra ci riesce bene”. (04.10.14)