Processo Karadzic: l'accusa, prove dimostrano suo intento genocida

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Le prove dimostrano l’intento genocida di Radovan Karadzic contro bosniaci e croati. Lo afferma Alan Tieger, pubblico ministero del processo contro l’ex leader serbobosniaco, cominciato nel 2009 e arrivato alle arringhe finali all’Aja.

Secondo l’accusa, che ha presentato una requisitoria di 800 pagine, si può dimostrare che Karadzic fu responsabile del massacro di Srebrenica e merita il carcere a vita. Come chiede Munira Subasic, presidente dell’organizzazione “madri di Srebrenica”: “Mi aspetto che questo tribunale prenda una decisione che ci renda giustizia. Un minimo di giustizia per aiutare le vittime del genocidio, specialmente “le madri di Srebrenica”, altrimenti l’esistenza di questo tribunale non avrebbe senso. Se Karadzic non venisse condannato all’ergastolo significherebbe che il mondo e l’Europa hanno voluto che tutto ciò accadesse perché siamo musulmani”.

Assieme al generale Ratko Mladic, arrestato nel 2011, Karadzic è considerato responsabile della pulizia etnica a Srebrenica, nel 1995, quando furono uccisi circa 8000 uomini. Tra gli undici capi d’accusa contro Karadzic, anche l’assedio di Sarajevo e la presa in ostaggio di caschi blu dell’Onu.

“Durante questi anni di processo”, contesta la figlia di karadzic, “mio padre ha dimostrato talmente tante cose che se esiste una giustizia, se il tribunale dell’Aja la rispetta e non è soltanto un agente della Nato, verrebbe rilasciato”.

Sonja Karadzic non solo difende il padre, ma milita anche nel partito da lui guidato in passato, il partito democratico serbo, per il quale è candidata alle elezioni di ottobre nella Republika Srpska.

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