Budapest come Mosca. Il governo di Viktor Orban dichiara guerra alle organizzazioni non governative presenti in Ungheria. Una procura magiara accusa due Ong – la Demnet e la Fondazione Ökotárs – di attività finanziaria non autorizzata e abuso di fondi. La polizia ha fatto irruzione nelle sede della Fondazione Ökotárs, finanziata dal governo norvegese, trattenendo in stato di fermo, per alcune ore, diversi collaboratori.
Il blitz rappresenta l’ultimo episodio di un giro di vite contro quelle organizzazioni che secondo il governo ultra-conservatore sono legate alla sinistra.
“Riteniamo inutile e sproporzionato l’improvviso blitz delle forze di polizia che ha portato al sequestro di diversi documenti – sostiene Veronika Móra, direttrice della Fondazione Ökotárs – Se avessero fatto richiesta di quei documenti, come è già evvenuto in passato, glieli avremmo forniti”.
Anche Transparency International è tra le Ong nel mirino del governo ungherese. In passato, è stata messa sotto sorveglianza per verificare dei non meglio specificati rischi di corruzione derivanti dalla relazione con le cosiddette “élite politiche ed economiche”.
“Questa indagine si basa su motivazioni politiche – sostiene József Martin, direttore di Trasparency International in Ungheria – In primo luogo, individuano un gruppo di organizzazioni che, secondo loro, hanno dei pregiudizi contro il governo. Poi scatenano le autorità contro di loro”.
Per il governo di Budapest si tratta di investigazioni di routine, come sostiene il portavoce dell’esecutivo, Zoltán Kovács: “È facile costruire teorie cospirative, soprattutto se vogliono usarle per scopi politici – dice il rappresentante del governo – Ma queste Ong rappresentano solo una piccola parte della società civile e sono sospettate di non utilizzare il denaro per gli scopi dichiarati. E lo hanno anche parzialmente ammesso. Il blitz dei giorni scorsi non rappresenta in alcun modo un attacco a tutte le organizzazioni che operano in Ungheria”.
L’Ungheria ora rischia di perdere circa cento milioni di euro di finanziamenti dalla Norvegia, che ha definito inaccettabile la repressione del governo Orban. Secondo Oslo, Budapest intende fermare le attività delle Ong che sono “critiche contro le autorità”.
“I fondi destinati alle organizzazioni non provengono da sovvenzioni pubbliche ungheresi – spiega l’ambasciatrice norvegese in Ugheria, Tove Skarstein – Sono soldi pubblici norvegesi. E non sono erogati dalle casse ungheresi, ma direttamente dalla segreteria delle donazioni di Bruxelles”.
Il pugno di ferro del governo Orban contro le organizzazioni norvegesi ha scatenato la protesta della piazza a Budapest, con una serie di manifestazioni pacifiche contro l’esecutivo.
La questione ha attirato l’attenzione anche del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che ha definito preoccupanti i blitz della polizia ungherese contro le Ong.
“Sebbene la maggior parte delle Ong finanziate dal governo norvegese non siano interessate dal giro di vite, come questa che addestra cani per l’assistenza ai disabili, molte organizzazioni temono di perdere i finanziamenti”, conclude la corrispondente di euronews a Budapest, Andrea Hajagos.