Hollande in Iraq e Kerry in Turchia. La diplomazia accelera contro l'ISIL

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Promette nuovi aiuti militari a Baghdad e sostiene che quelli finora inviati già si sono rivelati decisivi. Il François Hollande che sbarca in Iraq per discutere della lotta all’ISIL veste i panni del benefattore. Ad accoglierlo a Erbil, dopo l’incontro nella capitale con il neo-premier Al Abadi, è il leader del Kurdistan iracheno Massoud Barzani.

A lui il Presidente francese esprime la sua ammirazione per i peshmerga. Poi passa alle lodi per il contributo dell’Eliseo. “Quando avete chiesto aiuto alla Francia – ha detto il Presidente Hollande – ho deciso di farvi avere le armi necessarie. Constato d’altronde che ne avete fatto il miglior uso possibile e che il nostro sostegno si è rivelato decisivo per ribaltare i rapporti di forza”.

Meno festosa l’atmosfera in Turchia, dove nonostante il benvenuto di Erdogan la strada di Kerry si è rivelata in salita. Strappato a Jedda l’appoggio di dieci paesi arabi alla coalizione contro l’ISIL, il segretario di Stato americano avrebbe ormai rinunciato a vincere le resistenze turche.

Abbandonata l’ipotesi di un sostegno militare, Washington starebbe ormai puntando a limitare il coinvolgimento di Ankara all’impegno umanitario e ad un rafforzato pattugliamento dei suoi confini, da cui spesso transitano i jihadisti.

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