Se gli indipendentisti vinceranno, diremo “Goodbye” alla Scozia. La promessa (che per il fronte del “Sì” al referendum del 18 settembre suona come una minaccia) è arrivata questo mercoledì da tre banche: Royal Bank of Scotland e Lloyds, entrambe parzialmente possedute dal governo britannico, e l’istituto di credito di proprietà australiana Clydesdale.
Un colpo per i separatisti, dati dai sondaggi letteralmente testa a testa con gli unionisti. Secondo i primi, l’annuncio delle banche è la diretta conseguenza del rifiuto della Gran Bretagna di dare l’ok ad un’eventuale unione monetaria, in caso di secessione della Scozia. Le tre banche hanno già anticipato che, nell’eventualità, sposteranno oltreconfine domicilio fiscale, operazioni e holding di controllo.