“Riportate a casa i nostri ragazzi”. A dirlo madri e mogli russe preoccupate della sorte dei loro congiunti scomparsi oppure fatti prigionieri in Ucraina.
Una patata bollente per il Cremlino visto che Mosca ha sempre negato lo sconfinamento di truppe sul territorio di Kiev.
Nella regione di Kostroma però, alcune donne hanno deciso di protestare e hanno chiesto alle autorità politiche e militari notizie dei loro cari perché si sentono prese in giro. Dice una di loro: “Le autorità hanno preso i nostri numeri di telefono e tutte le informazioni necessarie dicendo che ci avrebbero richiamate. Invece nessuno ci ha chiamato. Nemmeno una telefonata. Quando finalmente siamo riusciti a parlare con qualcuno, ci hanno detto che nessuno dei soldati scomparsi è tornato al campo.”
Alcuni soldati russi, liquidati dalle autorità come paramilitari, sono stati fatti prigionieri e mostrati alle telecamere in Ucraina. La presidentessa dell’associazione dei familiari di Kostroma non vuole abbandonarli: “Madri, mogli e parenti dei ragazzi fatti prigionieri in Ucraina mi hanno chiesto aiuto per il mio ruolo come presidentessa. Chiedo al presidente del nostro Paese, a Putin, e al ministro della difesa di aiutarli affinché possano tornare a casa”.
Nonostante la stretta di mano e il colloquio a Minsk fra Putin e Poroshenko, la tensione fra Russia e Ucraina resta alta. La Nato ha diffuso nuove foto satellitari che mostrano forze armate russe impegnate in operazioni militari all’interno del territorio ucraino. Alcuni osservatori parlano di almeno 1000 effettivi.