Toni più aspri tra Israele e Hamas, dopo la rottura della tregua, la più lunga, dieci giorni, dall’inizio dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza a luglio. Una ventina i palestinesi morti, tra cui nove bambini, nei bombardamenti israeliani, che hanno avuto come bersaglio anche la casa del capo delle brigate Ezzedin al-Qassam, Mohammed Deif.
Sua moglie e suo figlio di sette mesi sono morti, mentre lui è vivo e guida l’organizzazione, assicura il braccio armato di Hamas, che in un filmato ha messo in guardia le compagnie aeree: “non atterrate a Tel Aviv a partire da giovedì mattina”. Le compagnie israeliane e straniere hanno fatto sapere che non cancelleranno né sospenderanno i voli previsti. Le brigate Ezzedin Al-Qassam hanno anche affermato che Israele “ha distrutto l’opportunità di raggiungere un accordo” in Egitto.
I negoziati del Cairo sono per il momento fermi. E se da un lato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu sostiene di intravedere “un nuovo orizzonte diplomatico”, dall’altro afferma: “l’operazione margine protettivo continuerà, risponderemo con maggiore forza se Hamas attacca”. Netanyahu non ha parlato esplicitamente di Mohammed Deif, ma ha detto che i leader di gruppi terroristici son “bersagli legittimi”.
Tra martedì e mercoledì, circa 180 razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele, senza fare vittime. Alcuni sono stati intercettati dal sistema Iron Dome.