Documentario di guerra girato in Val Camonica (BS). Il film inizia con immagini dello scarico di un treno di rifornimenti alla stazione di Edolo. Pane, scatolette di carne, formaggi erano destinati alla sopravvivenza dei soldati sulla linea di confine nella zona del ghiacciaio dell'Adamello che attraversava il passo del Tonale e proseguiva verso il passo dello Stelvio. Nelle zone di "guerra bianca", dove cioè la neve e il ghiaccio erano sempre presenti, i soldati dovevano vivere per mesi a 3000/3500 metri di altitudine, spesso rimanendo per giorni senza contatti con la Valle. Il film segue il percorso delle salmerie, caricate sui carri e trasportate in montagna attraverso sentieri e mulattiere, fino al primo campo militare di alpini temporaneamente in riposo. Nell’accampamento la vita dei soldati scorre tra giochi a carte, attività quotidiane e la perpetua minaccia dei tiri dell’artiglieria. Per raggiungere il fronte in alta montagna occorre utilizzare la teleferica e la slitta trainata da muli, attraverso tunnel scavati nel ghiaccio. In alcuni casi sul ghiacciaio il trasporto era affidato a slitte trainate da cani; veniva fatto anche un grande utilizzo degli sci. Raggiunto un baraccamento alpino a 3000 m, la macchina da presa mostra paesaggi mozzafiato, zona di guerra. Nelle immagini seguenti si riconoscono Sozzine e Ponte di Legno, bombardata dagli austriaci. I soldati caricano a spalla i pezzi di artiglieria per armare i soldati operativi in alta montagna; per raggiungere le postazioni di vedetta si devono attraversare ponti sospesi e stretti passaggi. Le artiglierie italiane bombardano lo Zigolon (3040 m), il costone delle Marocche e Cima Presena (3069 metri). A seguito della battaglia della cima Presena (maggio 1918) gli austriaci arretrano.