Papa Francesco beatifica fondatore della Chiesa coreana

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Ottocentomila fedeli hanno assistito a Seoul alla messa celebrata da Papa Francesco per la beatificazione di Paul Yun Ji-Chung, primo martire della chiesa coreana, un laico che scoprì il cristianesimo grazie ai libri del missionario gesuita Matteo Ricci. È considerato il fondatore della Chiesa coreana, fu ucciso insieme a 123 suoi compagni nelle persecuzioni del 1791.

“Il loro esempio ha molto da dire a noi, che viviamo in società dove accanto a immense ricchezze cresce in modo silenzioso la più abietta povertà. Dove raramente viene ascoltato il grido dei poveri. E dove Cristo continua a chiamare, ci chiede di amarlo e servirlo tendendo la mano ai nostri fratelli e sorelle bisognosi”.

Al di là delle parole, pronunciate in Italiano ma ripetute anche in coreano dall’Arcivescovo di Seoul, è bastata la sola presenza del Pontefice a rincuiorare molti fedeli:

“Il fatto che sia stato il Papa a officiare la messa mi ha fatta sentire onorata. Non è un’occasione che si ripeterà presto, e quindi penso che sia stato un momento importante”.

“In questo momento il Paese è molto depresso, in generale. Non penso che dovremmo lasciarci trascinare da questo sentimento. Penso che la visita del Papa sia un momento di svolta, per mutare quest’atmosfera”.

La messa ha aperto la terza giornata del Papa in Corea: fitta di impegni, come le precedenti. In seguito Francesco ha visitato un centro per disabili: è entrato scalzo, in segno di rispetto.

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