Faiza Garah, euronews:
Per commentare gli ultimi sviluppi della complessa situazione irachena ci colleghiamo con Hasni Abidi, esperto in affari arabi, da Parigi. Come descrive uest’organizzazione, lo Stato Islamico, e chi la finanzia?
Hasni Abidi:
E’ erede di una prima organizzazione che è lo Stato Islamico del’Iraq e del Levante, nata nel 2006 e creata da Al Qaeda in Mesopotamia e dal suo rappresentante Moussab Al Zarqawi. Poi gli è succeduto Al Baghdadi il quale ha annunciato che la sua organizzazione è indipendente. Lo Stato Islamico è un insieme di diversi gruppi che cercano sempre di trovare un ambiente ideale per svilupparsi. Il finanziamento è interno, grazie alle armi recuperate durante i combattimenti. Ci sono anche le richieste di riscatto o operazioni come la rapina in una banca di Mosul, durante la quale l’organizzazione ha sottratto circa 500 milioni di dollari. Il gruppo ha anche utilizzato la frontiera siro-irachena per attirare numerosi adepti.
euronews:
Come spiega la decisione di Washington d’intervenire adesso con bombardamenti mirati quando lo Stato Islamico porta avanti la sua offensiva da oltre due anni?
Abidi:
La decisione statunitense è una buona decisione, ma è arrivata troppo tardi. E la domanda è perché la comunità internazionale si sveglia soltanto adesso. Da molto tempo sono stati indirizzati appelli alla comunità internazionale affinché protegga la società irachena, tutte le sue comunità, in particolare l’anello debole che è rappresentato dai cristiani i quali non hanno fatto ricorso alla forza per proteggersi, come hanno fatto i sunniti e gli sciiti. Nonostante tutti questi appelli, la comunità internazionale non ha fatto il minimo sforzo. Dopo il suo discorso, Barack Obama può aiutare il governo iracheno, che vuole sfruttare la situazione dei cristiani d’Iraq per ottenere l’aiuto di Washington.