A Londra si riapre il caso sulla morte di Aleksandr Litvinenko. L’atteso via libera arriva proprio mentre Mosca è al centro della crisi sulla sciagura del Boeing malese.
Il ministro britannico dell’Interno ha annunciato l’apertura di una nuova inchiesta sull’ex agente del Kgb, avvelenato nella capitale britannica nel 2006 con polonio radioattivo. Nel maggio del 2007 le autorità di Londra puntarono il dito contro Andrei Lugovoi, che nel frattempo aveva intrapreso la carriera politica in Russia, chiedendone l’estradizione, negata però dalle autorità russe.
Intanto la vedova di Litvinenko chiede chiarezza: ovvero verificare se dietro la morte del marito ci sia la mano di Putin: “credo che il capo del Cremlino non cambierà la sua decisione sull’estradizione, non cambierà la costituzione, dovrebbe succedere qualcosa in Russia per ribaltare questa situazione.”
Insomma una spy-story tutt’altro che conclusa. C‘è chi sospetta che Litvinenko collaborasse con lo spionaggio britannico, c‘è chi dice che Downing Street non volesse irritare il Cremlino lanciando accuse di omicidio di stato verso Mosca.