Basta spargimenti di sangue. È l’appello di Rachel Frankel, la madre di uno dei tre ragazzi israeliani rapiti e uccisi ad Hebron il 12 giugno.
Un invito alla pacificazione che arriva dopo l’arresto e la confessione dei responsabili dell’omicidio di Mohammed Abu Khadir.
“Gli assassini dei nostri figli, chiunque li abbia mandati, chiunque li abbia aiutati, saranno tutti portati davanti alla giustizia. Vogliamo i veri responsabili, non altri – ha detto Rachel Frankel – Nessuna madre, nessun padre dovrebbe passare quello che stiamo passando noi. E il nostro è lo stesso dolore dei genitori di Mohammed Abu Khadir”.
Rachel ha chiamato la madre del ragazzino palestinese bruciato vivo. L’adolescente è stato vittima di una vendetta da parte di ultra-nazionalisti ebrei: le sei persone arrestate – alcuni hanno già confessato – provengono dalla colonia ebraica di Adam.
Da Gerusalemme est, dove si è recato in visita alla famiglia, il leader dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, chiede all’Onu di indagare sui ‘‘crimini e le violazioni contro il popolo palestinese’‘.
Sul terreno proseguono i raid da una parte e i lanci di razzi dall’altra. La scorsa notte sono rimasti uccisi complessivamente nove miliziani palestinesi.
Hamas accusa Israele di aver innescato la spirale di violenza e avverte: “la resistenza è pronta a tutto”.