ABBAZIA DI SAN RUFFINO A AMANDOLA (FERMO, MARCHE, ITALY)

etruscanwarrior 2014-06-15

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Amandola, comune di 3709 abitanti nella zona dei Monti Sibillini, provincia di Fermo, Marche, Italia. L’abbazia dei santi Ruffino e Vitale si trova lungo la sponda destra del fiume Tenna. Il Ferranti (1891) afferma che in un documento del 20 luglio 1267 i signori di Monte Pasillo (località adiacente a Comunanza), vendendo al comune di Amandola 180 famiglie con il castello ed il monte di Marnacchia, vollero mantenere intatti i diritti che il monastero aveva su tali beni. Dieci anni dopo tale situazione si ripeteva per i beni venduti dai signori De Smerillo. Queste considerazioni hanno suggerito al Crocetti (1995) che questo monastero fosse di giuspatronato della famiglia di Monte Passillo imparentata tra l’altro con i De Smerillo. Non esiste documentazione antecedente a quella riportata dal Ferranti se non per congiunzioni artistiche rilevate nel tempio ipogeo, grotta, o come riportato da Piva (2003) nella cripta di una primitiva chiesa sulle cui fondazioni è stato successivamente costruito l’attuale complesso risalente all’epoca romanica. E’ questo un ambiente primitivo, coperto a botte e scavato nel tufo la cui unica apertura è costituita da una finestrina posta nella zona absidale. Sulle sue pareti è scritta una delle pagine artistiche più antiche della regione che viene messa in relazione con l’analogo percorso liturgico della cripta di S.Vincenzo al Volturno (824-842): una lunga teoria di santi in parte identificati dal nome a grandezza quasi naturale e con il palmo delle mani rivolto verso gli astanti incedono al centro dell’absidiola, ossia verso la mano benedicente della divinità intersecandosi con l’altro percorso ortogonale al precedente indirizzato, ma le condizioni delle immagini ne rendono difficile la lettura, verso un arcangelo inscritto in un clipeo (Piva, 2003) come nella già citata cripta di S.Vincenzo. L’assenza del monastero nell’elenco dei possedimenti menzionati nella concessione in enfiteusi del 977 farebbe supporre una datazione intorno all’XI secolo (Piva, 2003). Si discosta da tale ipotesi la Romano (1994) che esprime invece una datazione più tarda, vicino alla metà del XII secolo, in ragione delle caratteristiche di accentuato geometrismo della decorazione affiancate “ad una tendenza alle proporzioni allungate”. La soprastante chiesa romanica si articola in tre navate distinte da colonne di cui la centrale è ricoperta da capriate e le laterali in origine da crociere. Un alto presbiterio è accessibile mediante una scalinata centrale, mentre ai lati due aperture conducono alla cripta sottostante. Questa è caratterizzata da cinque navatelle di cui quelle laterali più ampie con volte a crociera sostenute da tozze colonne terminanti con pulvino decorato a foglie angolari. Nell’abside centrale si trova un contenitore con i resti umani di quello che la tradizione vuole sia S.Ruffino. Nel prospetto est è ancora visibile lo stemma del comune di Amandola. Galleria di immagini con fotografie scattate venerdì 30 maggio 2014.

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