Mosul è caduta. La città nell’Iraq settentrionale, capoluogo della regione che conta una notevole minoranza curda e cuore di una delle regioni più ricche di greggio nella terra sarebbe nelle mani dei jihadisti.
La città si trova a 400 chilometri a nord di Baghdad e conta oltre un milione e mezzo di abitanti, in maggioranza arabi di confessione sunnita.
Il primo ministro, Nuri al Maliki, ha chiesto al Parlamento di dichiarare lo stato d’emergenza per fronteggiare l’offensiva dei miliziani jihadisti
La spallata dei qaedisti è arrivata nelle ultime 24 ore. Gli uomini del gruppo estremista, attivo anche in Siria, si sono impadroniti della sede del consiglio provinciale e di vari quartieri dopo combattimenti che hanno provocato decine di morti e feriti. I miliziani si sono impadroniti dell’edificio governativo nel centro della città e successivamente “hanno preso posizione in aree a est e a ovest” ingaggiando scontri con le forze di sicurezza.
I miliziani dell’Isis hanno già nelle loro mani la città di Falluja e la settimana scorsa si sono impadroniti per diverse ore di alcuni quartieri di quella di Samarra, sacra agli sciiti. Uno degli obiettivi dell’Isis è assumere un ruolo di riferimento agli occhi della minoranza sunnita.
Ma i curdi accusano il governo centrale che non avrebbe permesso alle forze curde di difendere la città all’inizio degli attacchi.