Le elezioni presidenziali che si tengono questo martedì in Siria, o almeno nelle regioni controllate da Damasco, non cambieranno il volto del Paese.
Scontata la rielezione di Bashar al-Assad, anche se per la prima volta sono stati ammessi altri due candidati, Nuri Hassan e Maher Hajjar.
“Tutti i siriani concordano che è una decisione del popolo siriano – sostiene Hajjar – e che l’ultima parola spetta al popolo siriano. Per questo c‘è stata una forte richiesta di elezioni e credo che il risultato più importante del voto sia proprio questo.”
Ma nelle zone controllate dai ribelli non si attribuisce alcun valore alla consultazione, cui poteva candidarsi solo chi è stato in Siria negli ultimi 10 anni.
“Queste elezioni non sono legittime” sentenza Ahmad Abu Ayyash, di Idlib. “Sono una farsa, una mascherata tenuta per la comunità internazionale. Si stanno prendendo gioco del popolo e mentono al mondo intero.”
Non si vota a Idlib, né in una parte di Aleppo, seconda città del Paese. A Damasco i seggi saranno aperti dalle 7 per 12 ore. I risultati saranno annunciati mercoledì.