Cinque taleban prigionieri nel carcere di Guantanamo liberi per riavere indietro Bowe Bergdahl. E Barack Obama viene sommerso dalle critiche dei Repubblicani.
Ma lo scambio tra gli afgani accusati di terrorismo e il soldato americano sparito dalle carte nell’Afghanistan del Sud-Est 5 anni fa è una scelta obbligata, secondo Washington:
“Non abbiamo negoziato con i terroristi” ha ribadito il Segretario all Difesa americano Chuck Hagel. “Come ho già spiegato il Sergente Bergdahl è un prigioniero di guerra e così si procede normalmente per riavere un prigioniero”.
Bergdahl aveva 23 anni quando è finito nelle mani dei taleban; era l’ultimo soldato Usa prigioniero in una delle guerre più lunghe condotte dagli Stati Uniti. Il padre, Bob Bergdahl, ha imparato il pastun e si è lasciato crescere la barba per rendere meno traumatico il ritorno del figlio, ora in una base Usa in Germania:
“Non gli abbiamo ancora parlato per telefono. Il motivo è che Bowe è stato lontano talmente tanto tempo che sarà difficile tornare indietro. È come quando si risale da un’immersione subacquea: bisogna rispettare i tempi per la decompressione”.
Lo scambio con prigionieri che gli Stati Uniti considerano la massima minaccia per la propria sicurezza è giustificato da Obama come necessario di rispettare il patto di ferro che lega il Paese ai suoi soldati. I Repubblicani lo hanno accusato di incentivare il rapimento di altri americani nel mondo.