Giulia Bongiorno: 'Giustizia sportiva da rifondare'

calciomercato.com 2014-06-01

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Scandali e scommesse nel calcio Giulia Bongiorno intervistata da SportMediaset su Tgcom24: “C’è un problema alla radice da risolvere, questo sistema non funziona. Non c’è un errore di un singolo giudice, ma ansia di rapidità. Rivediamo gli interrogatori dei collaboratori di giustizia e diamo alla commissione disciplinare i mezzi per giudicare”. 

 

“Credo che sia una situazione arrivata a questo punto perché la Juventus ha notato che questo sistema che preclude una vera e propria difesa induce gli avvocati quasi a convincere il tesserato al patteggiamento. Gli avvocati si trovano in conflitto con i loro assistiti. E’ difficile spiegare a chi si crede innocente a patteggiare. Io non entro nel merito del singolo caso. Questo è sintomo che qualcosa che non va. Non credo che sia spia sul fatto che non funzioni la commissione disciplinare o Andrea Agnelli. A non funzionare è questo sistema, altrimenti la prossima volta sarà uguale, affrontiamo il problema alla radice. Non è il singolo giudice ad aver sbagliato, ma è l’ansia di rapidità” E’ quanto osserva l’avvocato Giulia Bongiorno su Tgcom24, intervistata da Antonio Bartolomucci di SportMediaset per il processo calcio scommesse. Sul ruolo degli interrogatori dei collaboratori di giustizia aggiunge: “Noi dobbiamo escludere che ci sia solo un interrogatorio anche se fatto dalla persona più corretta del mondo;  io stimo molto Palazzi  e sono convinta che nel verbale ci sia la verità. Metto in discussione il fatto che soltanto quando l’avvocato fissa il collaboratore di giustizia, facendo molte domande, confutando le illazioni, riesce a sgretolarne l’attendibilità. Se in vece quel soggetto non ha contraddittorio allora per forza resterà attendibile. Bisogna dare alla commissione disciplinare i mezzi per poter giudicare”.

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