Elezioni, i ricercatori italiani sperano nell'UE

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Anche in Italia oggi si vota: tra chi si astiene e chi vota euro-scettico, dai risultati non ci si aspetta propriamente un’ondata di dolcezze per l’Unione europea. Molti però hanno le loro ragioni per pensare che la soluzione ai loro problemi stia proprio in Europa. Per esempio i ricercatori, che la nostra inviata ha incontrato all’università La Sapienza di Roma:

“Ci sono poche posizioni aperte – dice Maura Casciola -, poche possibilità di far carriera. A livello quotidiano, di vita personale, io spero che l’Europa diventi prossimamente qualcosa di coeso, unito, e che tutti i Paesi facenti parte dell’Unione ricevano i benefit nello stesso modo”.

Dicono, i ricercatori, che ciò che l’Italia può offrire al mondo sono i cervelli: c‘è passione, inventiva, creatività. Ma non ci sono soldi. Un po’ ne vengono dall’Europa, e sarebbe importante usarli bene.

Simona Volta, Euronews:
“Ammonteranno a più di 31 miliardi di euro i fondi assegnati all’Italia nella programmazione europea 2014-2020. L’Unione chiede a Roma che vengano utilizzati soprattutto per ricerca e innovazione, campi che potrebbero rappresentare per l’Italia un’opportunità”.

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