Egitto,presidenziali: soffia il vento della restaurazione

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Undici mesi fa veniva deposto Mohamed Morsi. Il 26 e il 27 maggio l’Egitto sceglie il suo nuovo presidente e il grande favorito è proprio colui che ha architettato la destituzione del leader islamista: Abdel Fattah al-Sissi.

L’ex capo delle forze armate è stato implacabile nei confronti dei Fratelli musulmani. I suoi sostenitori ritengono che sia il solo “uomo forte” capace di ripristinare la sicurezza e rilanciare l’economia.

Sentimenti che hanno il sapore della restaurazione, a poco più di tre anni dai movimenti che hanno portato alle dimissioni di Hosni Mubarak.

Al-Sissi è così sicuro della sua vittoria che non ha, praticamente, fatto campagna elettorale. Ha rifiutato l’intervista di euronews.

A differenza del suo praticamente solo avversario, il leader della sinistra Hamdeen Sabahi, che è stato molto attivo nell’ultimo periodo. Da assoluto outsider è arrivato terzo nel 2012. Oggi spera di nuovo di battere i pronostici.

Il nostro corrispondente al Cairo l’ha incontrato.

-Che risultati potrebbe raggiungere, per il popolo egiziano, che precedenti presidenti non sono riusciti a raggiungere?”

“Lavorerò per ottenere quello che gli egiziani hanno richiesto durante le rivoluzioni. Cercherò di ottenere giustizia sociale, di ripristinare i diritti della maggioranza che ne è priva, con un’equa distribuzione del benessere e uno Stato democratico in grado di proteggere le libertà e impedire le discriminazioni. E di aprire la porta allo Stato di diritto: opportunità uguali pert tutti e l’indipendenza delle decisioni nazionali”.

-È pronto a trattare con i Fratelli musulmani, in caso di una sua vittoria?

“I Fratelli musulmani non torneranno come partito, perché la nuova costituzione vieta i partiti religiosi. Ma ciò riguarda i Fratelli musulmani come organizzazione, come individui, sono certo che non ci sarà alcuna discriminazione in base al credo politico, a patto che venga espresso in modo pacifico. Noi affronteremo la violenza e chiunque propaghi idee violente, non accetteremo alcuna violazione delle libertà e dei diritti degli egiziani di esprimere la propria opinione pacificamente”.

-Ritiene che i media egiziani e altri soggetti pubblici siano neutrali in queste elezioni?

“A parte la televisione di Stato, non vedo pari opportunità nei media privati”.

-Perché?

“Penso perché i proprietari di media privati hanno i loro interessi. In queste elezioni so che lo Stato egiziano gioca un ruolo, vedo la sua influenza ogni giorno. Ciò nonostante accetto le elezioni con lo Stato che propende per un candidato, ma ciò che chiedo è che non ci siano brogli. E credo non ci saranno, in caso contrario daremo battaglia”.

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