Thailandia: dopo legge marziale, esercito convoca fazioni rivali

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L’esercito di Bangkok mette sedute attorno a un tavolo le fazioni rivali della Thailandia, dove è in corso una crisi politica che ha portato all’imposizione della legge marziale .

I militari continuano a ripetere che non è un colpo di Stato, ma l’esercito ha di fatto preso il potere dopo una crisi politica costata 28 morti e oltre 800 feriti. Con un esecutivo ad interim a cui è stato impedito di utilizzare il suo quartier generale, i soldati presidiano le strade di Bangkok e sono state censurate decine di tv e radio.

“Abbiamo invitato i principali gruppi politici e le fazioni del paese ad inviare cinque rappresentanti per trovare una via d’uscita alla crisi – ha detto Srichan Ngathongi, portavoce dell’esercito – gruppi includono il Presidente del Senato, il presidente della Commissione elettorale, il capo del partito Puea Thai, il capo del partito democratico, il segretario del Comitato popolare per le riforme democratiche, e il presidente del Fronte unito per la democrazia contro la dittatura”.

La fragile democrazia thailandese è bloccata dallo scontro tra fazioni: le camicie rosse fedeli all’ex premier Thaksin Shinawatra e alla sorella Yingluck, destituita dalla guida del governo, chiedono il voto, perché hanno sempre vinto dal 2001. Il partito Democratico – espressione della classe media e della monarchia – pretende invece la nomina di un premier neutrale.

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