Allarme di Human Rights Watch sui “robot killer”. La Ong, in un rapporto,sottolinea come le armi completamente autonome mettano a rischio i diritti umani fondamentali, in contesti di guerra, ma anche nel mantenimento dell’ordine pubblico.
Nel frattempo a Ginevra si svolge il primo dibattito internazionale sul tema alle Nazioni Unite. Vi partecipano i 117 Paesi firmatari della Convenzione Onu sul divieto delle armi disumane.
“Se sarà permesso il pieno sviluppo della robotica” – sostiene il premio Nobel per la pace 1997, Jody Williams – se diventeranno autonomi, quelli che chiamo “robot killer” verrebbero programmati e sarebbero liberi di prendere decisioni su quando, dove, chi e come attaccare”.
Per gli esperti di robotica queste armi non sono in grado di valutare ogni singolo caso.
“Non c‘è nulla nell’intelligenza artificiale o nella robotica che aiuti a fare la differenza tra un combattente e un civile”, sostiene Noel Sharkey, professore all’università di Sheffield. “Sarebbe impossibile distinguere una ragazzina che mostra un gelato al robot da chi gli punta contro un fucile”.
Il settore è piena espansione, si stima che nel 2018 la spesa per questo tipo di armi ammonterà a 7 miliardi e mezzo di dollari. In cima alla lista dei Paesi produttori e consumatori ci sono Stati Uniti e Cina.
Una cinquantina di Ong, tra cui Human Rights Watch, chiede il divieto internazionale di armi senza alcun controllo umano.