Gli ungheresi dieci anni fa celebravano l’adesione del paese all’Unione Europea. Molti si aspettavano l’entrata nella Terra Promessa, ma malgrado il sogno disatteso, all’Ungheria il passo compiuto ha sicuramente giovato. Secondo gli esperti l’economia nel paese avrebbe potuto crescere maggiormente negli ultimi dieci anni se gli ungheresi avessero utilizzato l’opportunità sin dall’inizio. A euronews, il Ministro degli Esteri ungherese, ha parlato di un periodo controverso, ma totalmente positivo.
“Se confrontiamo i risultati degli ultimi dieci anni con gli altri paesi del Centro-Europa – sottolinea il minsitro János Martonyi – non spicchiamo tra i migliori ma possiamo dire anche che gli errori dei primi sei anni, durante i governi socialisti, non possono essere sanati facilmente”.
L’adesione ha significato una svolta importante per le aziende ungheresi. Molte temevano la maggiore concorrenza e le rigorose norme europee. Al tempo stesso hanno peró beneficiato dello sbocco su nuovi mercati. Come questa azienda produttrice di acqua minerale che dopo l’adesione ha aumentato in poco tempo i suoi fatturati, anche perché le regole comunitarie in materia di acqua sono meno severe di quelle ungheresi.
“Abbiamo cominciato a vedere il lato positivo nel senso di considerare – ha detto Levente Balogh, direttore di Szentkirályi Mineral Water – che i confini sono aperti in entrambe le direzioni. Il che significa che abbiamo le stesse opportunità delle aziende straniere in materia di espansione e di acquisizione”
Anche le amministrazioni locali hanno beneficiato dell’adesione all’Unione Europea. Qui siamo a Gödöllő, dove i finanziamenti di Bruxelles sono serviti per migliorare la città. Mentre sono in costruzione impianti di depurazione, parte dei fondi europei sono andati nei lavori di ristrutturazione dell’antico castello.
“Tutti pensavano – precisa György Gémesi, sindaco di Gödöllő – che sarebbe arrivata una montagna di soldi in Ungheria pronti ad essere spesi velocemente. Ma non funziona cosí e dobbiamo imparare ad usare questa opportunità”.
Le voci critiche contro l’Unione Europea si sono alzate soprattutto da realtà politiche come gli esponenti di estrema destra di Jobbik, che hanno soffiato sul malcontento provocato soprattutto dalla crisi. Una ventata di scetticismo verso Bruxelles che non aleggia solo in Ungheria.
“Le critiche – sottolinea Péter Balázs, ex membro della commissione europea – dovrebbero essere ascoltate e i problemi risolti, questo è chiaro. Ma non abbiamo nulla da discutere con persone che sconfessano del tutto l’idea di europa unita”.
Tuttavia secondo un ultimo sondaggio il 35% degli ungheresi considera positivamente l’adesione all’Unione Europea. Il gradimento nel resto dell’Europa si attesta a una media del 31%.
“In Ungheria – precisa Andrea Hajagos, corrispondente di euronews – durante la crisi i cittadini avevano una pessima opinione dell’Unione Europea. Ora la considerazione nei confronti di Bruxelles è migliorata”.