Ucraina. A crisi politica s'aggiunge crisi economica. Proteste a Kiev

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Prima la rivoluzione, poi la crisi in Crimea, in aggiunta l’aumento del costo del gas. L’Ucraina vive un passaggio economico drammatico, caratterizzato dal crollo del potere d’acquisto e dalla svalutazione della moneta nazionale, la grivna. Una manifestazione a Kiev ha radunato un centinaio di persone davanti alla Banca Centrale.

“Facciamo l’esempio della farina” dice una pensionata “costava 6 grivne adesso ne costa 14. Più che raddoppiata. Come si fa? Due mesi fa, anche un mese fa, il prezzo era meno della metà. Come fa a sopravvivere un pensionato?” chiede.

Secondo Stepan Kubiv, Direttore della Banca Centrale Ucraina, la situazione dovrebbe però progressivamente stabilizzarsi.

“Non è colpa della Banca Centrale Ucraina se è arrivata la crisi in Crimea. La situazione ha però cominciato a normalizzarsi, i depositi per esempio: la scorsa settimana la gente ha cominciato a portare i soldi nelle banche di Kiev ma all’Est c‘è il problema di Lugansk”.

Parole che non rassicurano i cittadini al momento del passaggio in cassa al supermercato. E per il momento il crollo della grivna rispetto al dollaro non lascia ben sperare.

“Ci attendiamo però che entro la fine dell’anno il deficit possa in parte ridursi” spiega l’economista Dmytro Boyarchuk. “Il bisogno di valuta estera non sarà più così forte e quindi la pressione sulla grivna dovrebbe diminuire”.

Per ora tuttavia la sola boccata d’aria concreta in vista sarà il prestito da 14/18 milioni di dollari da parte dell’Fmi in aprile-maggio e, in aggiunta, la riduzione dei costi doganali da parte dell’Europa per l’importazione di determinati prodotti.

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