Niente da fare, nemmeno il calo dell’inflazione allo 0,5% di marzo ha convinto la Banca centrale europea a cambiare rotta. Il consiglio dei governatori guidato da Mario Draghi ha lasciato invariato il costo del denaro.
Fermo al minimo storico dello 0,25% il tasso principale di riferimento, allo 0,75% quello marginale e allo zero quello sui depositi.
Tutto come da previsione degli analisti: nonostante l’aumento dei prezzi sia da ormai sei mesi sotto l’1% (la cosiddetta “zona pericolo” di Draghi) la Bce non ha visto un particolare scostamento da quelle che sono le sue previsioni di medio termine.
Per nuove misure, ad esempio, tassi di deposito negativi, bisognerà aspettare maggio o giugno.