La Nato mette in guardia sulla massiccia presenza militare russa al confine orientale dell’Ucraina e lancia l’allarme su un possibile intervento anche in altri territori post-sovietici.
Secondo il capo dell’Alleanza Atlantica in Europa, Mosca avrebbe ammassato una forza così imponente da minacciare anche la Transnistria.
All’interno di questa regione moldava – la cui autoproclamata indipendenza non è riconosciuta dal diritto internazionale – vive una popolazione a maggioranza russofona che nei giorni scorsi aveva chiesto l’annessione alla Russia, sull’onda degli eventi in Crimea.
Nella penisola le forze filorusse stanno gradualmente prendendo il controllo delle basi ucraine, e la bandiera russa sventola ormai in quasi 190 di esse.
A Kiev migliaia di attivisti sono tornati a radunarsi a Maidan a favore dell’integrità territoriale dell’Ucraina, e contro l’annessione alla Russia della Crimea.
Anche gli attivisti filorussi si sono radunati a Donetsk e Kharkiv. Qui i manifestanti hanno chiesto una riforma in senso federale dell’Ucraina, con lo scopo di attribuire più autonomia alle regioni orientali a maggioranza russofona.
Mosca intanto smentisce di avere ammassato truppe e assicura di rispettare gli accordi internazionali.