Volo scomparso, famigliari dei passeggeri minacciano sciopero della fame

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Pechino esclude che uno qualunque dei passegeri cinesi a bordo del volo della Malaysia Airlines scomparso l’8 marzo scorso sia implicato in un dirottamento o un tentativo di attentato. La verifica è stata svolta su domanda delle autorità malesi, dal momento che i due terzi dei passeggeri sono di nazionalità cinese.

Ancora una volta, l’attenzione degli inquirenti si concentra sul personale di bordo, in particolare sul pilota e il co-pilota. Chris Nissen, un amico del comandante Zaharie Ahmad Shah, dice di non riuscire a credere a un’azione deliberata da parte sua, conoscendo il suo carattere. “Sono convinto – aggiunge – che avrebbe fatto di tutto per proteggere la vita dei passeggeri”.

Esasperati dopo dieci giorni di vana attesa in un hotel di Pechino, i famigliari dei passeggeri oscillano tra dolore e rabbia. Accusano le autorità malesi di diramare informazioni contradditorie e minacciano uno sciopero della fame, se qualcuno non si deciderà a dire loro la verità.

Tra i pochi elementi confermati in questo mistero, c‘è che il velivolo, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino, avrebbe invertito la rotta un’ora dopo il decollo.

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