Un referendum privo di legittimità costituzionale e contrario al diritto internazionale. È questo il presupposto ben chiaro sul quale la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha basato la lunga telefonata con il Presidente russo Vladimir Putin riguardo al referendum sulla Crimea. La penisola sul Mar Nero, di fatto controllata da fine febbraio da forze armate russe o filo russe, è stata inoltre l’oggetto di una telefonata tra Putin e il Premier britannico David Cameron.
In buona parte un dialogo tra sordi col Capo del Cremlino che ribadisce il diritto russo a difendere gli interessi di Mosca in Crimea. E mentre ne parla al telefono con i leader europei le sue truppe sul terreno mettono in pratica le parole, procedendo nell’occupazione armata dell’aeroporto di Saki, nell’Ovest della Crimea e, secondo fonti ucraine, di quello di Dzhankoy, nel Nord della penisola.
Mentre viene diffusa la notizia di 4 attivisti ucraini detenuti in Crimea dalle forze filo-russe, il nuovo governo di Kiev passa un messaggio velato ma non troppo: le forze armate ucraine diffondono un video di esercitazioni di caccia armati, pur negando ogni piano di inviare truppe in Crimea.